Malattie nocciolo: le principali avversità

balaninoPer conoscere le malattie nocciolo è opportuno fare delle necessarie distinzioni e considerare quelle le sono le diverse cause che determinano le patologie più diffuse di questa pianta.

Una prima macro distinzione è quella tra avversità parassitarie, avversità biotiche e avversità abiotiche o fisiopatiche: nel primo caso la pianta o i frutti di essa sono attaccati da insetti che hanno nei loro confronti un ruolo parassita e, generalmente, danneggiano le nocciole o le foglie; le avversità biotiche sono, invece, quelle causate da funghi, batteri, e nematodi ovvero germi invertebrati e altri vermiformi, la cui lunghezza può variare da meno di un millimetro fino a un metro, che svolgono funzioni di parassiti nei confronti dei vegetali, degli animali e anche dell’uomo.
L’ultima causa delle malattie nocciolo sono le avversità fisiopatiche ovvero le patologie della pianta che sono determinate da fattori ambientali.

Ci occupiamo qui delle avversità biotiche e fisiopatiche ovvero delle patologie della pianta di nocciolo causate da funghi, batteri e da fattori ambientali, tralasciando quelli che sono i più diffusi parassiti come l’eriofide del nocciolo, l’agrilo, il balanino, la cimice del nocciolo e il cerambice del nocciolo.

Malattie nocciolo causate da funghi

Una delle malattie nocciolo più comuni, causata da funghi sono i marciumi radicali (Armillaria mellea, Rosellinia necatrix): il sintomo più evidente di questa patologia è il deperimento delle chiome della pianta, anche se, per essere certi della presenza del fungo occorre verificare le condizioni del colletto che, se attaccato, sarà caratterizzato da tessuti decomposti e più scuri rispetto al colore fisiologico, con i tessuti delle radici inframezzati da filamenti e lamelle di colore biancastro che emanano un caratteristico profumo di fungo.

Le foglie si fanno più piccole, faticano a crescere, sono contraddistinte da uno strano ingiallimento e la pianta non presenta nuovi rami. In questo caso l’unico rimedio è l’estirpazione della pianta malata e la disinfezione del terreno con calciocianammide.

Il Mal dello stacco (Cytospora corilicola) è un’altra delle malattie nocciolo che colpisce gli impianti troppo fitti, esposti a periodi di siccità prolungati o soggetti a tecniche agronomiche scorrette. Con l’aumentare delle temperature e dell’umidità che avviene in primavera, la spora si sposta sulla superficie del legno malato e diviene visibile sotto forma di grumi di colore arancione e rossastro attraverso i quali si diffonde, attaccando le ferite di altre piante sane. Il fungo tende a diffondersi su tutta la circonferenza della pianta e ne provoca l’essiccamento.

Anche i cancri rameali (Sphaeropsis sp. e Phomopsis sp.) sono una tra le più comuni malattie nocciolo: attaccano il tronco, dove compaiono delle zone più scure, che assumono una forma irregolare e che, via via, si allargano e danno luogo a delle fessure che mostrano la parte legnosa del tronco, presente sotto. La sezione lesionata può variare in base alla gravità dell’attacco, all’età del tronco e alla capacità di reazione della singola pianta che tenterà di arrestare la malattia, con al cicatrizzazione della zona depressa.

In annate molto piovose diviene concreto il rischio della Gleosporiosi (Piggotia coryli), un fungo pericoloso che attacca in modo più virulento le piante collocate a fondovalle o in pianura. Il sintomo più evidente di questa patologia è l’imbrunimento delle gemme che diviene visibile in primavera, al momento del risveglio della pianta, impedisce il germoglio e ne provoca la caduta a terra. Anche i rami, se attaccati, si indeboliscono e possono cadere. Nella stagione estiva, poi, il fungo attacca anche la vegetazione e le foglie sulle quali si evidenziano dei disseccamenti che si diramano dalla nervatura centrale per poi diffondersi verso l’esterno di esse.

Le patologie causate dai batteri

Tra le malattie nocciolo di origine biotica troviamo anche molte patologie provocate da batteri.
La prima che consideriamo è il cancro batterico del nocciolo (Pseudomonas avellanae). Un sintomo evidente di questa malattia è l’aspetto dei fiori maschili della pianta che, in inverno, non fioriscono, si imbruniscono e poi si seccano. Anche le gemme non germogliano e le foglie, pur crescendo, sono più piccole e hanno un colore più pallido e, una volta secche, rimangono attaccate al ramo anche dopo la naturale caduta delle foglie sane.

Dalla chioma il cancro si diffonde al tronco e alla corteccia, dove dà luogo ad aree umide e depresse, di colore nerastro, che arrivano a rompersi e a diventare cancri. Le piante colpite muoiono nel giro di 2-3 anni mentre il batterio tende a diffondersi sfruttando le ferite delle foglie.

Anche la necrosi batterica del nocciolo (Xanthomonas campestris pv. Corylina) va considerata una delle più temibili malattie nocciolo visibile soprattutto nella stagione primaverile, grazie alle macchie bruno-rossastre, di forma ellittica, che si diffondono sui germogli e sulle foglie che si accartocciano e, poi, seccano. Le stesse macchie rosse sono visibili anche sulle bratee che ricoprono i frutti in crescita; in rari casi le stesse macchie sono visibili anche sul tronco dove indicano la presenza di un cancro.

Tra le malattie nocciolo l’ultima che segnaliamo sono i nematodi, conosciuti anche come “anguillule”, batteri visibili anche a occhio nudo (da 0,2 a 3 mm) che si diffondono attraverso attività irrigue, produzioni agrarie e animali e che possono provocare gravi danni se presenti in quantità eccessive. Attaccano soprattutto le radici e determinano la crescita di foglie più piccole che cadono prematuramente. Possono essere contrastati con l’introduzione concime organico e con altri “nemici naturali” che stimolino l’accumulo di anidride carbonica, una sostanza capace di inibire l’attività dei nematodi.