POTATURE DEI NOCCIOLETI, 400 LITRI DI GASOLIO NELL’ARIA…

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Questo il quantitativo di energia che potremmo recuperare dalle potature dei noccioleti

Come ogni anno, si presenta la necessità per gli agricoltori di eliminare i residui delle potature e nella stragrande maggioranza dei casi per soddisfare questa necessità, si ricorre all’utilizzo secolare della semplice bruciatura.

In materia vigono una quantità di leggi e regolamenti che spesso differiscono persino tra comuni limitrofi, ma tutti stanno andando nella stessa direzione che è quella, da una parte di  limitarne sempre di più l’uso, dall’altra di incentivare possibili alternative .

impianto cogeneratore a biomassaLe ragioni, possiamo dire ovvie, sono principalmente  da un lato  di carattere sanitario,  in quanto i fumi rilasciati nell’aria dalla combustione sono nocivi e contengono le pericolose polveri sottili, dall’altro di carattere ambientale : nel quadro delle politiche volte al  contrasto del  cambiamento climatico infatti, si cerca di ottimizzare le risorse e il recupero dell’energia contenuta nella biomasse, diventa fondamentale.

Ci sono già importanti studi  condotti da  alcune università italiana,  che proprio in materia hanno pubblicato dati molto incoraggianti. Semplificando e approssimando per dare un ordine di grandezza, da un noccioleto maturo, si ricava annualmente come residuo da potatura  2,5 tonnellate di biomassa al 50% di umidità.

cippato-potatura-nocciolo-coltivare-noccioleConsiderando che il potere calorifico di un 1 kg di cippato di  nocciolo al 30% di umidità è pari mediamente ad oltre 0.2 kg di gasolio, possiamo tranquillamente immaginarci una quantità di energia superiore  ai 400 litri di gasolio ad ettaro. Ma come recuperare questa ricchezza? quali sono gli incentivi per monetizzare e/o rendere più produttivo il nostro lavoro?

Abbiamo chiesto l’aiuto ad un esperto, l’ ing.  Tiziano Medori di Tuscia Bio Power, un’azienda del viterbese che si occupa di energie rinnovabili e che opera su tutto il territorio nazionale.

“Questa massa di energia può essere recuperata in vari modi, dipende dal contesto e dalla esigenze dell’azienda e dal budget di investimento. Già utilizzarla per il solo scopo termico, quindi con una semplice caldaia che può essere destinata a vari uso, dal riscaldamento di ambienti, alle utilizzazione nelle aziende agricole e florovivaistiche“, racconta Tiziano Medori sarebbe estremamente vantaggioso anche dal punto di vista economico.

Quindi, ci sono anche altre soluzioni per recuperare i residui della potatura?

Si, mi riferivo ai cogeneratori. In pratica possiamo, grazie a questi impianti, ricavare oltre  all’energia termica  anche quella elettrica. Nel caso poi questi cogeneratori fossero a pirolisi, otterremo anche un terzo sottoprodotto, il biochar che non è altro che carbone vegetale a sua volta riutilizzabile per fertilizzare il terreno. Certo, bisogna sottolinenare, che   gli impianti a caldaia sono più sicuri e offrono livelli più alti di redditività, soprattutto nel medio termine. Utilizzare una o l’altra tecnologia, ripeto, dipende da alcuni fattori che vanno esaminati di volta in  volta ma in via generale, sono tutti investimenti ad altissimo reddito.

Ci può fornire dei numeri sulla redditività di questi impianti?

Andrebbero dati su casi concreti perchè differiscono ovviamente dal tipo di impianto, la dimensione, la tecnologia utilizzata ma non solo. Ci possono  essere, oltre  che introiti diretti dovuti agli incentivi o anche alla vendita di energia prodotta  per esempio, anche significativi risparmi dovuti all’autoconsumo .  Ma se devo darle dei numeri, allora semplificando, mi faccia ipotizzare un impianto da 60 kwh . Ora un utilizzo di 8 ore al giorno per mettiamo 150 giorni, quindi largamente sottoutilizzato, produce 720.000 kwh che moltiplicate per 0.25 euro, che è l’incentivo elargito dallo Stato, per 20 anni per ogni Kwh, si ottiene un ricavo  annuo di 180.000 euro. Vanno ovviamente considerati nel business plan, i costi di gestione e le imposte che ammontano al 17%.

Si sono cifre non indifferenti ma immagino anche l’investimento sia  importante…

Guardi gli impianti ci sono per ogni capacità di investimento e di necessità,  partono da pochi kwh fino ai MW ma tutti si ripagano in brevissimo tempo. Ora noi progettiamo e installiamo impianti da energia rinnovabile di ogni tipo e dimensione in tutta italia e seguiamo anche i nostri clienti negli anni, non solo tecnicamente, ma anche sotto l’aspetto economico – finanziario e le posso testimoniare che sono investimenti che si ripagano in brevissimo tempo.

L’impianto che ipotizzavo precedentemente, può arrivare a costare chiavi in mano 240.000 – 300.000 euro a cui vanno aggiunte spese per manutenzione e del personale, ma alla fine dei conti, si ripaga in tre anni e mezzo. Personalmente sono un ingegnere e non un esperto di finanza internazionale, ne di Bitcon; il mio lavoro insieme al team non è solo business plan ma anche cantieri, allacci elettrici, tubi, pannelli fotovoltaici però  non mi sembra che ci siano investimenti così redditizi in giro.

 

Ringraziando Tiziano e tutti quelli che ci hanno dato informazioni, alla luce di questi dati, non ci rimane che fare l’invito a tutti i coltivatori , di iniziare a considerare la possibilità di recuperare le loro potature in tal senso, informandosi e iniziando ad organizzarci, magari attraverso cooperative nei casi di piccole aziende per investire in questo settore. Non è solo un discorso ambientale e di sostenibilità ma anche di produttività delle nostra agricoltura. Tra qualche anno,si può immaginare che ci sarà una forte competizione internazionale, dovuta al crescente numero di noccioleti nel mondo e oltre a prepararci con un continuo ammodernamento tecnologico bisognerà trovare il modo per smettere di impiegare ore lavoro per bruciare 400 litri di gasolio ad ettaro.

Aggiungiamo alcuni link utili per approfondimenti:

POTATURA MECCANICA DEL NOCCIOLO E CONVENIENZA AL RECUPERO DELLE BIOMASSE(Ricerca finanziata dalla regione Piemonte Istituto fruttiviticoltura, Facolta Agraria – Università del Sacro Cuore Piacenza)

POTATURA, SICUREZZA E RECUPERO DELLE BIOMASSE (Giornata di studio – Arsial Caprarola, 23 febbraio 2011)

RESIDUI DI POTATURA DI NOCCIOLO RACCOLTI CON COMBY TR 160 (Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura- Unità  di ricerca per l’ingegneria agraria Monterotondo – studio su efficienza tecnica ed economica della trinciasarmenti prodotta da Facma)

TUSCIA BIO POWER (Link alla società che si occupa di energia rinnovabile e servizi energetici integrati)